ASSOCIATION BENINOISE DE L’ECOLE MODERNE ( ABEM)
TEMA DELLA RIDEF 2016 DOGBO ‘L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA PER UNA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA’
La costruzione di un mondo diverso è possibile a partire da un’educazione in grado di imprimere una trasformazione. Per fare ciò, bisogna promuovere fin dalla scuola un’educazione alla cittadinanza globale e planetaria nel quadro di un’educazione permanente.
( Edgar Morin ‘I sette saperi fondamentali’).
Si tratta di un’educazione che contribuirà alla formazione di cittadine/i responsabili, impegnate/i per la giustizia e la durata del pianeta.
Un sistema che educhi al rispetto e alla valorizzazione delle diversità come fonte di arricchimento umano, alla difesa dell’ambiente e al consumo responsabile, al rispetto dei diritti umani individuali e collettivi, alla parità di genere, al dialogo come strumento per la risoluzione pacifica dei conflitti, alla partecipazione, alla responsabilità e all’impegno per una società più giusta e solidale.
La scuola può avere un ruolo centrale nella messa a punto di un nuovo modello di sviluppo contrastando il modello neo-liberista e la mercantilizzazione dell’insegnamento.
Essa deve promuovere un’analisi critica dei media e delle regole che governano il sistema mondiale della comunicazione.
Perché ciò sia fattibile, essa deve istituire un’etica pubblica comune e insegnare a vivere in un mondo e in società a rapido cambiamento, società interculturali, in cui i gruppi umani viaggiano, emigrano, fuggono da situazioni di violenza e di guerra, così da saper vivere e praticare l’inclusione e la coesione sociale, non l’emarginazione e la discriminazione.
Bisogna, ancora, che la scuola insegni ad equilibrare le conquiste e i progressi tecnici e tecnologici con un’etica al servizio delle persone e del pianeta e non di un’intenzionalità selvaggia di dominio del mondo.
Una metà del mondo deve imparare a cambiare il proprio stile di vita e i propri standard di consumo non in base a una benevola concessione verso l’altra metà ‘povera’, ma perché essa sta esaurendo le risorse di tutti.
E’ necessario che l’insegnamento sia attivo, cooperativo, che non separi le conoscenze scientifiche e tecniche da quelle umane e sociali.
L’organizzazione scolastica non può essere isolata e separata dal contesto di vita ma saper lavorare nell’ambiente, creare delle reti e delle collaborazioni per una scuola aperta al mondo.
I libri e i testi da soli, le lezioni frontali, non servono a migliorare l’apprendimento, bisogna che ciascuna/o si senta responsabile del proprio sapere e della conquista del sapere da parte degli altri, ed occorrono strumenti di lavoro diversi e diversificati ( biblioteche, spazi laboratorio, materiali,…).
In questo contesto, la scuola deve valorizzare la dimensione umanistica e globale dell’educazione promuovendo i valori della solidarietà, della pace, del riconoscimento dell’altro, della giustizia, dell’uguaglianza, dell’attenzione allo stato di salute del pianeta.
Si tratta di un’educazione globale che concepisce l’essere umano in una prospettiva integrale, cioè basata sulla dignità umana, sulla promozione dei diritti, sulle relazioni profonde tra il livello locale e il livello globale, sull’interculturalità, sulla sfida della democrazia e del dialogo, sul rapporto fra le emozioni delle persone e le conoscenze. La conoscenza, sotto questo profilo, deriva da una costruzione collettiva, che valorizza i saperi di tutti i soggetti.
Il ruolo della scuola sarà d’ora in poi quello di stabilire una coerenza fra le pratiche e i valori, che non si limiti a delle enunciazioni di principio ma alla loro messa in atto concreta.
La ‘mission’ della scuola consisterà nell’instaurare una gestione scolastica democratica, partecipativa e aperta che richieda l’impegno di tutti i soggetti partecipanti.
Un sistema educativo che impieghi delle metodologie e delle pratiche attive che mettano l’alunno al centro del processo di apprendimento.
Da quanto sopra consegue che una nazione che voglia raggiungere uno sviluppo armonico, ha bisogno di adottare una tale forma di educazione, è quindi importante ch lo Stato vi metta il proprio impegno e dedichi delle risorse per la formazione di cittadini impegnati nella democrazia partecipativa.
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