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Inviato da Sylviane Amiet il 25/02/18 – 16:56

 

 

L’EDUCAZIONE DI PINOCCHIO 2.0

La ratio studiorum di Ignazio de Loyola era basata sull'alfabeto e sulla distribuzione dei libri favorita dall'invenzione della stampa.

La nuova sfida per educare i cittadini della cultura digitale é riconoscere il fatto che le persone occupano oggi tre spazi fondamentali, quello fisico, quello mentale, quello virtuale.

I giovani vivono la maggior parte della loro giornata a pochi centimetri dallo schermo del loro cellulare o di ipad, notebook, iphone.

La loro mente attraverso lo schermo si esternalizza e ogni soggetto diffonde la propria intimità nel blog e in altri social. E' la cultura dello sharing, del creative commons, dell'intelligenza connettiva.

La gioventù non legge più i giornali ma li crea in un continuo patchwork.

Le nuove generazioni si sono esternalizzate sulla rete, nei social media, nel cloud computing, nelle tracce che lasciano nei Big Data, dove si costituisce un nuovo tipo di inconscio, l'inconscio digitale che cresce continuamente e si accresce grazie alle tracce che lasciamo attraverso la navigazione e i nostri spostamenti quotidiani.

Nicholas Carr dice che Google può ridurre la profondità del modo di pensare, ma non rendere stupidi. Il pesiero che si sviluppa é connettivo, aggregativo e interattivo. La mente é dilatata e condivisa da tutti e con tutti.

Come la rete di  fili che imprigiona Pinocchio, anche noi siamo al centro di molteplici reti.

Con Google glass la retina della rete, quella degli occhi e quella della mente s'incontrano faccia a faccia.

Si sviluppa un nuovo tipo d'immaginario oggettivo, Le nuove pratiche cognitive si materializzano ormai all'esterno della nostra mente in connessione diretta e immediata con tutti i dati del mondo.

La mente dei nativi digitali é 'aumentata', multisensoriale, interconnessa e attraversata da una pluralità di reti, a portata di tutta la memoria del mondo.

Il ragazzo al centro dei media e delle nuove tecnologie diviene protagonista e fonte di creatività.

La sua identità si definisce come una rete di relazioni, di opinioni, di emozioni e di immagini condivise.

Invece di puntare solamente sull'istruzione individuale- per questo esistono migliaia di app- serve moltiplicare la mente con la mente stessa attraverso l'uso della rete. Far collaborare gli studenti dentro e fuori della scuola e della classe.

Occorre educare i soggetti ad acquisire competenze per capire e usare intelligentemente gli strumenti di. collaborazione, di socializzazione, per conoscere le regole sociali che emergono dalle nuove tecnologie.

Dobbiamo imparare e insegnare a vivere on line, nel terzo spazio abitato, quello virtuale.

Occorre conoscere come navigare nella rete, come creare video, come collaborare con gli altri, come gestire il proprio profilo.

L'insegnante é una guida piuttosto che un distributore di informazioni. Si può condividere il processo di valutazione con gli studenti attraverso la collaborazione tra piccoli gruppi

Per molti bambini si imparerà a vivere il quotidiano mettendosi davanti a qualche schermo. il mercato della produzione di video, di contenuti, di intrattenimento online, é in continua crescita e richiede nuove fogure professionali in grado di realizzare audiovisivi di ogni tipo: dalle web-series ai video archivi, dai docureality alla fiction, dalla pubblicità alle newsletter. 

La narrazione transmediale é una forma di racconto che utilizza diversi media e differenti contenuti per creare un percorso di lettura e di partecipazione non lineare relativo il soggetto scelto e a tutti gli attori che prendono parte alla costruzione stessa e a quanto viene narrato.

L'educazione deve portare lo studente a diventare un cittadino digitale con le competenze e conoscenze necessarie a gestire il terzo spazio nella società dell'informazione, quello virtuale.

La sfida di Pinocchio é stata di smettere di dire bugie per tornare a essere 'umano' oltre la sua condizione di burattino di legno.

Per Pinocchio 2.0 sarà quella di superare l'intelligenza artificiale per tornare ad essere un soggetto maturo, capace di affrontare i problemi oltre la digitalizzazione.

 

DERRICK DE KERCKHOVE

 

D. De Kerckhove é un sociologo che ricerca sulla capacità dei media di influenzare la percezione umana. Secondo lui i mezzi di comunicazione di massa costituiscono delle psicotecnologie cioé tecnologie che cambiano i modi di pensare e sentire. Si creano una nuova forma di intelligenza, l'intelligenza connettiva e un inconscio digitale ( tutto quello che si sa su di te e che tu non sai, archiviato nei big data).